L’innesto è una tecnica molto importante per la frutticultura professionale, anche in un frutteto biologico può risultare molto conveniente valutarla. Si tratta di una pratica agricola antica, la troviamo citata in testi della Grecia antica ma ci sono documenti cinesi che risalgono addirittura al 6000 avanti Cristo.
In poche parole un innesto consiste nell’unire due parti provenienti da piante distinte, per ottenere un nuovo albero. Si tratta quindi di una tecnica di moltiplicazione asessuata, visto che genera una pianta nuova e non richiede impollinazione. Lo scopo per cui si effettua è ottenere piante con determinate caratteristiche.
L’unione avviene generalmente tra due parti (bionti): il portinnesto rappresenta la base della pianta, mentre la marza o nesto, è la parte superiore. Si può però innestare su più livelli, inserendo un intermedio o coinvolgendo più varietà su un unico portinnesto, è celebre l’albero dei 40 frutti realizzato da Van Aken come opera d’arte.
Realizzare un innesto non è banale, ma si può usufruire dei pregi di questa tecnica semplicemente acquistando piante innestate, la maggior parte degli alberelli venduti in vivaio lo sono. Si tratta comunque di un’operazione colturale che è possibile “fare in casa” con una strumentazione semplice e senza difficoltà insormontabili.
GLI ELEMENTI E LE LORO FUNZIONI
In un innesto tradizionale i due elementi protagonisti sono i già citati portinnesto e marza, che andranno preparati e fatti attecchire, in modo che si saldino l’uno con l’altro dando vita a un albero indipendente, che sarà il risultato della loro unione. Le piante determinate dall’innesto di due parti le possiamo chiamare piante bimembri, ogni elemento è un bionte.
Il portinnesto
Il portinnesto è il bionte inferiore, ovvero il basamento della pianta. Il suo ruolo è quindi quello di apparato radicale ed è responsabile quindi di molte funzioni fondamentali: dal radicamento alla capacità di reperire nutrimenti e acqua dal terreno.
Per questi motivi la scelta del portinnesto determina la capacità dell’albero di adattarsi a determinati terreni e di resistere a condizioni di siccità o umido. Inoltre condiziona decisamente la vigoria e l’attaccamento al suolo, in maniera meno diretta impatta sulla resistenza alle malattie e sul periodo più o meno precoce di fioritura.
Un portinnesto può essere franco o clonale, si definisce franco quando viene ottenuto tramite seme, clonale se si propaga in modo asessuato, ad esempio con talea.
La marza
La marza (o nesto) è il bionte superiore, dal fusto alla chioma, e quindi determina la tipologia di frutto che verrà prodotta dall’albero. Essendo la marza portatore della varietà del frutto significa che dalla sua scelta dipendono aspetto e qualità organolettiche del raccolto. Il nesto determina in gran parte tanti altri fattori importanti nel frutteto, come la resistenza ai parassiti, periodi di fruttificazione e l’impollinazione.
TIPI DI INNESTO
In millenni di sapienza agricola sono state perfezionate centinaia di tecniche per avvicinare due parti di pianta saldandole, risulterebbe molto lungo elencare quindi i molteplici possibili tipi di innesto esistenti in frutticoltura.
Andiamo in questa sede a evidenziare solo le grandi “famiglie” cui appartengono tutte le tecniche più utilizzate. Questo argomento delle tipologie di innesto merita un approfondimento dedicato a cui rimandiamo una maggior completezza.
Innesti per approssimazione
Tra le varie tecniche l’innesto per approssimazione è la più semplice e naturale, perché prevede di limitarsi ad accostare marza e portinnesto. Probabilmente il primo innesto è stato fatto in questo modo, da qualche contadino che ha osservato in natura un fenomeno di unione tra piante vicine.
Ancora oggi c’è chi realizza innesti per approssimazione, è molto comodo il fatto che non serva operare un distacco del nesto dalla pianta madre, se sono vicine è sufficiente legare insieme le parti in attesa che si saldino. Basta un coltello, una matassa di rafia e il mastice e si può innestare.
Tra gli innesti per approssimazione si distinguono diverse tecniche, le più diffuse sono l’innesto ad approssimazione semplice, quello all’inglese e quello ad intarsio.
Innesti a gemma
La tipologia di innesto più utilizzata nella frutticoltura è probabilmente il cosiddetto innesto a gemma o anche a occhio, che può essere realizzato a gemma dormiente, in estate, oppure a gemma vegetante, in primavera.
Il concetto è di sollevare la corteccia, inserendo la gemma della marza sotto la superficie, nell’apertura così ottenuta. Le tecniche possibili nella grande famiglia degli innesti a occhio sono molteplici, variano soprattutto in base alla forma dell’incisione nella corteccia (a T, a scudo, a doppio scudo, a zufolo,…)
Innesti a spacco
L‘innesto a spacco o a marza, usato spesso per melo e pero, prevede di spaccare a metà il portinnesto, inserendovi in mezzo come fosse un cuneo il nesto. Ovviamente come marza si usa un rametto e non una gemma.
Lo spacco può essere parziale oppure intero.
Innesti a corona
Possiamo considerare questa tecnica come una variante dell’innesto a spacco, dove il portinnesto non viene diviso a metà, ma lo spacco si opera in corrispondenza della corteccia. Vengono innestate più di una marza, in modo da poter poi selezionare la migliore.
Innesti a intarsio
Il principio è sempre quello della tecnica a spacco, ma si crea un tipo di incastro particolare, volto ad assicurare in modo saldo portinnesto e marza tra loro. In genere si usano attrezzi specifici per ottenere una sovrapposizione esatta tra il taglio dei due bionti.
COME INNESTARE UN ALBERO
L’innesto non è una tecnica semplicissima da spiegare: si può fare in molti modi, coinvolgendo svariati tipi di pianta fruttifera, e richiede alcuni importanti accorgimenti. In questa sede traccerò semplicemente alcune linee guida generali.
Andremo poi con altri articoli a entrar più nello specifico delle varie tematiche e tipologie d’innesto, imparando le varie importanti operazioni che portano a fondere i bionti, facendoli attecchire correttamente.
A seconda della tecnica scelta si dovrà operare in modo differente. In generale possiamo dire che per realizzare un innesto bisogna in primo luogo preparare i due bionti, tagliandoli nella forma giusta. Le parti si vanno poi a sovrapporre con eventuale incastro, per poi legarle e in caso sigillarle con mastice.
Per un lavoro che porti a piante sane è bene utilizzare attrezzi di qualità per innestare, in particolare è importante che le lame impiegate siano pulite e garantiscano un taglio netto
Le condizioni perché attecchisca
Non è scontato che l’innesto riesca: se si sbaglia qualcosa nell’effettuarlo o se non ci sono le giuste condizioni ci si ritrova tra le mani solo dei rami morenti. Perché i bionti si saldino tra loro dando vita a una pianta bisogna che sussistano alcune condizioni.
Compatibilità. Non tutte le specie sono affini: nesto e portinnesto devono essere tra loro compatibili perché vadano ad attecchire. Nella linfa delle piante ci sono alcuni metaboliti che possono rivelarsi tossici per altre piante, ad esempio non posso innestare un ciliegio su un susino. Questa è una condizione preliminare fondamentale.
Condizioni climatiche. Temperatura e umidità devono essere corrette, per questo motivo è importante scegliere il periodo giusto, di cui vi parlo meglio nel prossimo paragrafo.
Polarità. Le parti di pianta vanno innestate nel giusto verso: non si può rovesciare la marza e tanto meno, ovviamente, il portinnesto.
Punto di contatto. Perché si saldino nesto e portinnesto devono essere a strettissimo contatto, in modo che possano entrare in relazione in modo corretto. Da qui l’importanza di preparare bene le due parti, utilizzando strumenti precisi che facciano tagli netti, e successivamente di posizionarli nel modo giusto fissandoli tra loro in modo saldo.
Quando innestare
Come tutte le operazioni agricole anche l’innesto ha dei periodi favorevoli, che vanno rispettati per poter portare a termine l’operazione con successo. Non c’è però una regola generale che ci semplifichi la vita: a seconda del tipo di innesto scelto, ci sono momenti dell’anno e condizioni climatiche più indicate.
Qualche esempio:
Molte piante, come il melo e il pero, si innestano soprattutto con innesto a spacco (detto anche a marza), epoca corretta la fine dell’inverno (febbraio), in zone a clima piuttosto rigido anche marzo.
Gli innesti a gemma e a zufolo si fanno tra maggio e agosto.
Gli innesti per approssimazione attecchiscono tutto l’anno, in genere si fanno tra aprile e maggio.
Chi vuole seguire la fase lunare per scegliere il momento deve innestare in luna calante. Il motivo, non provato scientificamente, è che in questa fase secondo la tradizione la linfa tende a restare nei rami. Quindi per gli innesti proprio come per le potature, visto che si taglia la pianta è meglio procedere appunto in fase calante. Anche il prelievo delle marze da una pianta madre è da fare con la stessa fase.

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