𝐋𝐚 𝐬𝐜𝐞𝐥𝐭𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥'𝐚𝐥𝐛𝐞𝐫𝐨 𝐝𝐚 𝐩𝐢𝐚𝐧𝐭𝐚𝐫𝐞: 𝐫𝐚𝐝𝐢𝐜𝐞 𝐧𝐮𝐝𝐚 𝐨 𝐕𝐚𝐬𝐨?
- Tullio Gulì
- 4 feb 2022
- Tempo di lettura: 9 min
Aggiornamento: 5 feb 2022
Piantare un albero da frutto in maniera corretta è fondamentale per crescere alberi sani e rigogliosi. Si tratta di un dettaglio importante per ottenere grandi soddisfazioni nel frutteto familiare. Facciamo riferimento al frutteto familiare, poiché, infatti, bisogna distinguere tra la messa a dimora di uno o pochi alberi e quella di un vero e proprio impianto a fini commerciali, magari nell’ambito di un’azienda agricola.

I vivai che vendono alberi da frutto, di solito propongono ai loro clienti due tipologie di piante: alberi da frutto a radice nuda, che vengono venduti tal quali o al limite con una leggera zolla di terra contenuta in un sacco di juta o plastica; o alberi cresciuti in vaso, con il pane di terra.
Tra queste due tipologie c’è una netta differenza, per prima cosa economica.
Ma anche per quel che riguarda il periodo di messa a dimora.
Com’è ovvio, qualunque sia la vostra scelta, pretendete sempre di avere piante certificate dal vivaista.
Vᴀɴᴛᴀɢɢɪ ᴅɪ ᴘɪᴀɴᴛᴀʀᴇ ᴀʟʙᴇʀɪ ᴅᴀ ꜰʀᴜᴛᴛᴏ ᴀ ʀᴀᴅɪᴄᴇ Nᴜᴅᴀ
Gli alberi a radice nuda sono coltivati in piena terra e poi prelevati in prossimità della stagione della vendita. Occupano meno spazio e hanno bisogno di minori cure del vivaista, per cui possono costare anche il 50% in meno. Di norma i giovani alberi a radice nuda sono astoni di 2 anni già innestati. Oltre a quelli appena menzionati, esistono altri vantaggi nello scegliere alberi da frutto a radice nuda:
Sono più maneggevoli e leggeri. Possono quindi essere trasportati in modo agevole. Volendo possono essere spediti per corrispondenza con un minor costo per il cliente finale. Inoltre, anche una sola persona può metterli a dimora con facilità
Hanno maggiore capacità di attecchimento. A differenza degli alberi in vaso, il loro apparato radicale non deve trasferirsi dal terreno di crescita a quello definitivo.

Vᴀɴᴛᴀɢɪ ᴅɪ ᴘɪᴀɴᴛᴀʀᴇ ᴀʟʙᴇʀɪ ᴅᴀ ғʀᴜᴛᴛᴏ ᴄʀᴇsᴄɪᴜᴛɪ ɪɴ Vᴀsᴏ
Anche gli alberi cresciuti in vaso però hanno dei vantaggi. Di solito infatti sono più grandi di età, quindi se attecchiscono bene, vanno prima in produzione.
Il fattore età incide anche sulla potatura di allevamento. L’albero in vaso infatti, ha già subito diversi interventi di potatura, mentre in quelli a radice nuda è l’acquirente che deve intervenire e potare in maniera corretta.
I nostri nonni contadini, per valorizzare al massimo gli spazi a disposizione, creavano il frutteto misto, ossia un appezzamento più o meno grande in cui convivevano diversi tipi alberi. Questa scelta aveva diversi vantaggi:
si aveva sempre frutta fresca a disposizione del consumo familiare;
i rischi di una stagione negativa su una o più colture venivano compensati da raccolte abbondanti su altre cultivar;
si favoriva la biodiversità in maniera del tutto spontanea.
Il frutteto misto è quello che in molti, oggi, chiamano food forest. Si tratta di uno spazio in cui la produzione dei frutti soddisfa le esigenze dell’autoconsumo, senza esercitare pressioni sull’ambiente naturale.
In frutticoltura professionale, la tendenza è quella d’impianti altamente specializzati e ciò comporta elevati rischi. Pensiamo ad esempio a un agrumeto che viene colpito da una virosi come la tristeza degli agrumi; in poco tempo si rischia di mandare all’aria il lavoro di anni.
In un frutteto ad uso familiare un mix di specie fruttifere diventa una scelta quasi obbligata. Gli spazi a disposizione sono spesso limitati e non ha senso dedicare tutte le energie verso un’unica specie arborea.
Osservando il calendario della frutta distagione, risulta chiara la convenienza di avere prodotti freschi in tutti i momenti dell’anno.
ℚ𝕦𝕒𝕝𝕚 𝕒𝕝𝕓𝕖𝕣𝕚 𝕕𝕒 𝕗𝕣𝕦𝕥𝕥𝕠 𝕕𝕒 𝕡𝕚𝕒𝕟𝕥𝕒𝕣𝕖
La scelta di quali alberi da frutto piantare nel nostro frutteto biologico parte dalla conoscenza delle diverse specie arboree.
𝗟𝗮 𝗱𝗶𝘀𝘁𝗶𝗻𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗰𝗹𝗮𝘀𝘀𝗶𝗰𝗮
In agronomia la distinzione classica è quella tra drupacee e pomacee.
Le drupacee identificano gli alberi che producono come frutto una drupa, i principali sono:
Le pomacee invece raggruppano quelle piante che portano a maturazione come frutto un pomo, le più note sono:
Come vedete si tratta degli alberi da frutto più diffusi in Italia, con una grande tradizione nella frutticoltura mondiale.
Di queste cultivar esistono innumerevoli varietà. Nei vivai si trovano quelle più commerciali, derivanti da selezioni che sono state fatte nel tempo.
Per fortuna, nelle nostre campagne esistono ecotipi locali, che con una buona ricerca si possono recuperare e valorizzare. Un esempio lampante sono le varietà di mele accanto ai noti raggruppamenti quali Gᴀʟᴀ, Gᴏʟᴅᴇɴ ᴇ Rᴇᴅ Dᴇʟɪᴄɪᴏᴜs ᴇ Fᴜᴊɪ, abbiamo importanti varietà autoctone italiane tipo la famosa Mᴇʟᴀ Aɴɴᴜʀᴄᴀ o Aʙʙᴏɴᴅᴀɴᴢᴀ.
Accanto a drupacee e pomacee, categorie di cui fanno parte gli alberi da frutto più importanti a livello commerciale, ne abbiamo molti altri che si possono coltivare nel frutteto familiare.
Probabilmente sono gli alberi da frutto più amati dagli hobbisti, che non possono assolutamente mancare in un frutteto misto.
𝗧𝘂𝘁𝘁𝗲 𝗹𝗲 𝘀𝗽𝗲𝗰𝗶𝗲 𝘀𝗼𝗽𝗿𝗮 𝗲𝗹𝗲𝗻𝗰𝗮𝘁𝗲 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗿𝘂𝘀𝘁𝗶𝗰𝗵𝗲, 𝗾𝘂𝗶𝗻𝗱𝗶 𝗺𝗲𝗻𝗼 𝗽𝗿𝗼𝗯𝗹𝗲𝗺𝗮𝘁𝗶𝗰𝗵𝗲 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗰𝘂𝗿𝗮. 𝗤𝘂𝗲𝘀𝘁𝗶 𝗮𝗹𝗯𝗲𝗿𝗶 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝗳𝗮𝗰𝗶𝗹𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗰𝗼𝗹𝘁𝗶𝘃𝗮𝘁𝗶 𝗱𝗮 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶, 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗱𝗮 𝗰𝗵𝗶 𝗲̀ 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗽𝗿𝗶𝗺𝗲 𝗮𝗿𝗺𝗶.
𝕃𝕖 𝕡𝕚𝕒𝕟𝕥𝕖 𝕕𝕚 𝕗𝕣𝕦𝕥𝕥𝕠 𝕒𝕟𝕥𝕚𝕔𝕙𝕖
Negli ultimi anni si stanno riscoprendo le piante da frutto antiche. Si tratta di quelle specie minori, ma che avevano una grande tradizione nella vita contadina.
Sono alberi dalle dimensioni ridotte, perfetti da coltivare in un piccolo frutteto o semplicemente nel giardino di casa.
Tra queste meravigliose piante ricordiamo:
Prugnolo
Biancospino
I frutti di bosco
Non tutte le piante da frutto si possono coltivare ovunque. Ci sono specie che hanno delle particolari esigenze climatiche, che però si possono sfruttare a proprio vantaggio.
Ad esempio, chi abita in collina o in montagna può cimentarsi nella coltivazione dei frutti di bosco.Si tratta di cultivar molto resistenti, che regalano piccoli e deliziosi frutti. Non hanno bisogno di molte cure e sono meno suscettibili ad attacchi di parassiti, sono quindi coltivabili da chiunque.
I più noti frutti di bosco sono:
Pɪᴀɴᴛᴇ ᴅᴀ ꜰʀᴜᴛᴛᴏ ɪɴ Vᴀsᴏ
Non sempre si hanno terreni o spazi a disposizione per coltivare alberi da frutto di una certa dimensione. Ciò non vuol dire che si debba rinunciare ad inseguire la propria passione. Un’alternativa è la coltivazione di piante da frutto in vaso, con le specie che meglio si adattano all’allevamento in vaso.
Ad esempio i piccoli agrumi, quali:
Coltivare in vaso ha anche il vantaggio, nei periodi più freddi, di poter spostare le piante in luoghi riparati. Gli agrumi sono coltivati in frutteti specializzati solo nelle regioni meridionali, ma la coltivazione in vaso fa superare questo limite.
Un’altra pianta perfetta per una coltivazione limitata, ad esempio su un balcone o un terrazzo.
Nel caso si abbiano grandi spazi a disposizione, possiamo piantare alberi da frutto di grandi dimensioni.
Si tratta di specie arboree molto generose, ma coltivabili in collina e con spazio adeguato.
Tra gli alberi con queste caratteristiche, i più noti sono:
Spesso questi alberi sono coltivati in terreni con forte pendenza, in questo modo è più facile ottimizzare lo spazio.
𝕀𝕝 𝕡𝕖𝕣𝕚𝕠𝕕𝕠 𝕞𝕚𝕘𝕝𝕚𝕠𝕣𝕖 𝕡𝕖𝕣 𝕡𝕚𝕒𝕟𝕥𝕒𝕣𝕖 𝕦𝕟 𝕒𝕝𝕓𝕖𝕣𝕠 𝕕𝕒 𝕗𝕣𝕦𝕥𝕥𝕠
Per piantare un albero da frutto partendo col piede giusto si deve scegliere il periodo più adatto. Gli alberi a radice nuda si mettono a dimora nel periodo di dormienza ma, com’è ovvio, bisogna evitare le gelate. Per le maggior parte delle cultivar questo periodo di dormienza va da novembre a inizio marzo, prima dell’apertura delle gemme. Piantare un albero da frutto in questo periodo dà un enorme vantaggio alla pianta. Questa, infatti, ha il tempo di far attecchire il proprio apparato radicale, senza bisogno d’irrigazione e prima della ripresa vegetativa.
Quest’aspetto, però, visto da un’altra prospettiva potrebbe presentare degli svantaggi. L’albero a radice nuda, infatti, deve essere messo a dimora subito dopo l’acquisto (o comunque ha tempi più limitati). Il terreno, quindi, deve essere già pronto. Gli alberi da frutto cresciuti in vaso si possono invece trapiantare durante tutto l’arco dell’anno. E’ sufficiente evitare i periodi siccitosi e quelli di gelo. In genere, comunque, vengono messi a dimora a primavera.
𝗜𝗹 𝘀𝗲𝘀𝘁𝗼 𝗱'𝗶𝗺𝗽𝗶𝗮𝗻𝘁𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗽𝗶𝗮𝗻𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗴𝗹𝗶 𝗮𝗹𝗯𝗲𝗿𝗶 𝗱𝗮 𝗳𝗿𝘂𝘁𝘁𝗼
Il sesto d’impianto altro non è che la distanza di piantumazione ideale tra un albero da frutto e l’altro o tra un nuovo albero e gli altri già presenti in giardino.
Questa distanza dipende da diversi fattori, primo fra tutti la cultivar prescelta.
Questo perché ogni tipologia di albero avrà, alla fine, un volume diverso.
Per approfondire questo discorso vi consigliamo di leggere i singoli articoli che abbiamo realizzato sugli alberi da frutto. Nello specifico vi abbiamo già parlato di:
𝕋𝕖𝕣𝕣𝕖𝕟𝕠 𝕖 𝕔𝕠𝕟𝕔𝕚𝕞𝕒𝕫𝕚𝕠𝕟𝕖
In linea generale il substrato ideale per piantare un albero da frutto è quello di medio impasto. Dev’essere fresco, ma senza la tendenza ai ristagni idrici, e con una buona dotazione di sostanza organica.
Il nostro terreno va curato per tempo. Per farlo possiamo praticare negli anni precedenti dei soveci di leguminose, o comunque possiamo non sfruttarlo con colture troppo esigenti.
In pre-impianto del frutteto, l’ideale è effettuare, agli inizi dell’autunno, una concimazione organica con letame maturo, Humus di Lombrico o compost.
La sostanza organica va lavorata in superficie con la terra. Questo passaggio garantisce al frutteto le sostanze nutritive necessarie per il primo anno di crescita e oltre. Se il terreno però è troppo duro, sarà necessario far precedere alla concimazione, una vangatura profonda.
Questa lavorazione del terreno lo rende omogeneo all’impianto del frutteto, consentendone una gestione razionale negli anni successivi.
E’ anche vero che questa operazione non sempre è possibile o necessario. Per fare un esempio, potremmo semplicemente decidere di piantare solo uno o due alberi da frutto nel nostro giardino. In questo caso conviene ragionare più banalmente sulla preparazione della buca.
Le buche per piantare un albero da frutto dovranno essere abbastanza larghe e profonde. In questo modo le radici, nella loro crescita, troveranno terra morbida di riporto. Una buona misura è di 0,80 x 0,80 m di ampiezza e 0,60 di profondità (più o meno due vangate). I primi 20-25 cm (terra di coltura) li rivolteremo da un lato usando la vanga, i 40 successivi li rivolteremo invece dall’altro lato. I due lati saranno tenuti ben separati. Alla piantumazione si procederà in senso inverso, separando dal terreno di riporto eventuali zolle erbose, pietre o macerie.
Se non avete effettuato la concimazione del terreno, si può sistemare sul fondo della sostanza organica. Potete usare letame maturo, compost, Humus di Lombrico. La sostanza dovrà poi essere ricoperta con un leggero strato di terra.
Possiamo inoltre aggiungere della sostanza organica alla terra di riporto ricavata dallo scavo e che useremo per ricoprire la buca. Questo farà da nutrimento alla pianta nel primo periodo dell’attecchimento. Infine, se il terreno non drena bene, è l’occasione per sistemare sul fondo ghiaia o argilla espans.
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È arrivato il momento di piantare un albero da frutto, con la messa a dimora.
Vediamo in particolare come mettere a dimora un albero a radice nuda, con un procedimento classico.
Innanzitutto bisogna individuare il colletto del tronco (collare radicale), ossia il punto in cui il tronco si espande alla base dell’albero.
Questo punto dovrà rimanere visibile dopo che l’albero è stato piantato.
Bisogna poi pulire l’apparato radicale rimuovendo eventuali protezioni e zolle leggere. Se le radici sono troppo aggrovigliate provate con delicatezza a scioglierle.
Se qualcuna è troppo lunga e spessa, accorciatela pure.
L’inzaffardatura
Prima di adagiare l’albero nella buca potete usare l’antica tecnica dell’inzaffardatura. Questa consiste nell’immergere le radici in un impasto semi-liquido ottenuto mischiando, in parti uguali, terra e letame fresco privo di paglia e diluito nell’acqua. Le radici possono rimanere immerse anche per un giorno. Ne trarranno grande beneficio al momento dell’impianto e soprattutto alla ripresa vegetativa.
I sostegni
Predisporre un sostegno prima di sistemare l’albero nella buca può essere d’aiuto. Questo dev’essere costituito da un robusto palo in legno combinato con un laccio ampio e flessibile da legare alla metà inferiore dell’albero. Il sostegno manterrà la pianta diritta e la proteggerà dal vento. Dopo l’eventuale zaffardatura e il sostegno, sistemare l’albero nella buca ben dritto e col colletto in linea al terreno.
Riempire la buca
Iniziare a riempire con la terra per raggiungere il livello, procedendo nell’ordine inverso allo scavo. Ossia, si usa prima il secondo strato più profondo, poi il primo, quello superficiale. I due strati, se avete seguito le precedenti istruzioni sulla preparazione della buca, saranno separati.
E’ molto importante in questa fase compattare per bene la terra, man mano che si aggiunge il terriccio. Per aiutarci in questa operazione possiamo annaffiare durante il riempimento, sarà l’acqua stessa a compattare il terreno.
Riempita per bene la buca e compattato il terreno, procedere con un’ultima abbondante annaffiatura.
La pacciamatura
Ulteriore consiglio che diamo è quello di usare la pacciamatura naturale mettere intorno alla pianta. Questa la proteggerà dal gelo e dall’erosione. Con la pacciamatura però è meglio non avvicinarsi troppo al colletto della pianta. Il consiglio è quello di lasciare almeno 10 cm di distanza. L’accumulo di pacciame proprio contro il tronco dell’albero, infatti, può favorire lo sviluppo di funghi, anche patogeni. Alcuni esempi che abbiamo già analizzato sono la bolla del pessco. Queste malattie nelle piante giovani possono causare gravissimi danni. Lasciando quindi, come consigliato, una zona libera alla base dell’albero, riduciamo l’umidità della corteccia e ne preveniamo la decomposizione.
Irrigazione e cure dopo il trapianto
Nel piantare un albero da frutto, le piante a radice nuda messe a dimora in autunno, di solito non hanno bisogno d’acqua durante i primi mesi. Anche nei mesi successivi ne richiederanno molto poca, poiché le radici avranno avuto un buono sviluppo. Questo è vero se le condizioni ideali, con precipitazioni nella norma. In una primavera-estate molto siccitosa si dovrà ricorrere spesso all’irrigazione, soprattutto nel primo anno di crescita. Se il trapianto è avvenuto in primavera inoltrata, da un albero in vaso, l’apporto idrico dovrà essere ancora più sostenuto. In inverno invece, fate attenzione agli arrivi improvvisi del gelo. Una buona idea è predisporre un’adeguata protezione per i giovani alberi.
In generale, le piante giovani sono meno soggette agli attacchi di parassiti. Questi, però, possono rappresentare un serio problema quando le infestazioni sono estese. Tra i più comuni vi segnaliamo la cocciniglia,gli afidi, i parassiti del pesco, la mosca bianca, il rodilegno rosso e lecimici.
𝕃’𝕚𝕞𝕡𝕠𝕝𝕝𝕚𝕟𝕒𝕫𝕚𝕠𝕟𝕖
La biologia fiorale è diversa per ogni albero da frutto. Le specie fruttifere hanno due tipi d’impollinazione, ossia:
autoimpollinazione (autogama). Si ha quando il polline transita in modo diretto dall’antera di un fiore, allo stigma dello stesso fiore (fiori ermafroditi). Questo tipo di piante sono dette autogame;
impollinazione incrociata (eterogama). Ossia, quando il polline va dall’antera di un fiore, allo stigma del fiore di un’altra pianta della stessa specie. In questo caso si tratta di piante allogame.
Il trasporto del polline viene solitamente operato:
da api e altri insetti impollinatori (impollinazione entomofila)
dal vento (impollinazione anemofila).
Il consiglio che diamo per favorire l’impollinazione, anche nel caso di piante che si autoimpollinano, è di non avere esemplari unici della stessa specie botanica. È sempre meglio avere più piante di varietà diverse. Ciò ad esempio è obbligatorio per colture come Kiwi o Nocciolo che hanno bisogno del maschio impollinatore per produrre frutti. Molto spesso ci si domanda: “Perché il mio albero da frutto fa tanti fiori e non fruttifica?”. La risposta nella maggior parte dei casi è semplice: “Mancata impollinazione”. (da coltivazione biologica)












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